Osservare è un atto creativo

Ti ho trovato nell’imballo della macchina fotografica, tutto ripiegato su te stesso e nascosto tra le cose che mi sono più preziose. Lui era fatto così, ogni tanto mi spediva una busta con una tua pagina strappata dal calendario appeso in taverna, il Suo regno, quello dove erano ammucchiati documenti, modellini di Cinquecento e Vespa, cartine dell’Italia, file interminabili di caricatori di diapositive di cui temo non vedremo più una sola immagine, disegni e foto alle pareti, macchine fotografiche vecchie e nuove in ordine sparso, pile caracollanti di riviste, figurine in legno di pescatori, laptop di ultima generazione e tablet su cui le Sue grandi dita si annodavano irrimediabilmente.
Ti ho trovato alla vigilia del Suo compleanno e la smorfia buffa che Lui aveva scarabocchiato in un angolo mi ha fatta ridere e piangere allo stesso tempo. Una presa in giro alla profondità dell’affermazione di Oliviero Toscani e al tempo stesso un invito muto a guardare oltre e a ridere.
Devi averlo impressionato nel profondo, quel giorno, altrimenti sono certa che Lui non ti avrebbe infilato in una busta e spedito per 700 Km attraverso mezza Europa perché io ti leggessi e ti conservassi con tanta cura.
Curioso poi che ti abbia ritrovato proprio in questi giorni, quando più avevo bisogno di capire dove guardare e come farlo.
Forse è vero che mi sta guidando anche dal bosco.

Grazie Mercoledì 29 Luglio 2015.
Buon compleanno Marco.

29-luglio

Ogni immagine che il nostro occhio recepisce nasce a testa in giù. Quando poi questa immagine viene ribaltata, contiene tanti di quei dettagli che il nostro cervello seleziona tra questi – in parte in modo automatico, in parte secondo i nostri interessi e le nostre necessità – i particolari che devono essere portati alla nostra attenzione. Già solo una rosa può essere percepita in modi completamente differenti a seconda di chi la guarda; un giardiniere, ad esempio, che sarà interessato alla vitalità della pianta; o il festeggiato che la riceve in dono per il suo compleanno e che ci leggerà simboli e messaggi; oppure ancora un pittore come Vincent van Gogh che aveva un modo tutto suo di osservare cose e persone.
“Invece di cercare di riprodurre esattamente quello che ho davanti agli occhi, uso il colore in modo assolutamente arbitrario così da esprimermi con forza” usava dire van Gogh.
E aggiungeva: “Credo che questo guardare-oltre-le-quinte sia esattamente la caratteristica che bisogna avere per dipingere.
Ma è anche quella caratteristica che fa dell’osservare un’opera d’arte un atto creativo del tutto personale.

Oliviero Toscani

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